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Serie Calssica DVD 08

SERIE CLASSICA

serie classica
dvd 08

Primo Ministro


Dall’aspetto minuto e abbastanza ridicolo, il Primo Ministro è a capo del Governo Federale Terrestre, anche se non si comprende cosa abbia fatto per meritarsi tale incarico e come lo svolga. Pigro, menefreghista, interessato solamente a se stesso è l’esempio più lampante della decadenza dei terrestri del 2977. evita di fare qualsiasi cosa che potrebbe danneggiarlo nelle prossime elezioni, dà la caccia ad Harlock, che considera un pirata, e sottovaluta il problema delle Mazoniane, bollando come visionario chiunque gliene parli. La sua unica vera occupazione sembra essere il golf, sport che pratica in ogni occasione e a cui dà la precedenza rispetto ai problemi di governo. Il Primo Ministro è spesso circondato da sottoposti altrettanto smidollati e incapaci, semplici lacché incapaci di contraddirlo. L’unico che cerca di smuoverlo, anche se solamente per dare la caccia ad Harlock, è Mitsuru Kiruda, il comandante delle forze armate terrestri, che tuttavia raramente riesce a distoglierlo dalle amate partite di golf. Nonostante tema Harlock, si confronta più volte verbalmente con lui, ma neanche il pirata dello spazio riesce a scuoterlo dal suo torpore mentale.

 

Il linguaggio dei pirati


Poiché i pirati solcano i mari terrestri da tempo immemorabile, praticamente sin da quando l’uomo ha cominciato a navigare, sulle loro navi si è parlato ogni tipo di linguaggio, a seconda del periodo e dei luoghi di origine. Tra i pirati caraibici del Seicento e del Settecento cominciarono invece a diffondersi ciurme abbastanza eterogenee, dovute al fatto che i loro componenti provenivano sia dall’Inghilterra che da altre nazioni europee. A loro si aggiungevano molti schiavi di colore, sfuggiti alla loro condizione. Il risultato era che, nonostante il linguaggio prevalente restasse l’inglese, a bordo di una nave pirata si potevano udire parole provenienti da molti idiomi differenti. Inoltre i predoni del mare, come d’altra parte i marinai di ogni nave, non utilizzavano certo un linguaggio forbito, al contrario, con lingue veloci e taglienti, si esprimevano in modo brusco e spesso facendo uso di improperi. Un funzionario del Settecento scrisse che utilizzavano "un linguaggio insultante e ingiurioso, accompagnato dalle più aspre e profane imprecazioni e da empie maledizioni". A tutto ciò si aggiunge il fatto che i marinai, e i pirati in particolare, svilupparono un gergo tutto loro, talvolta di difficile comprensione per il resto del mondo, legato alle attività di mare e alla pirateria. Ecco quindi che con "schiumare il mare" si indicava la professione di pirata, la parola "morto" poteva essere utilizzata per definire una bottiglia vuota (da cui lo "spirito" se ne era andato), "danzare con Jack" significava essere impiccati ("Jack Ketch" era il nome dato al boia) e la "lupa" era una burrasca impetuosa.

Pirati giapponesi


La maggior parte dei componenti dell’equipaggio dell’Arcadia proviene dal Giappone, è quindi normale che sulla nave di Harlock si parli giapponese. La cosa risulta evidente anche dall’uso di alcuni suffissi tipici di quella lingua asiatica, come "san" che indica rispetto (la cuoca Masu è spesso chiamata Masusan). Il tenore del linguaggio, fortunatamente, non è greve come quello dei pirati del passato. Gli uomini dell’Arcadia sono infatti il più delle volte persone istruite e poco propense al turpiloquio. Per nomi di astronavi e termini tecnici vengono talvolta utilizzate parole anglofobe, basti pensare alla Death Shadow, la base segreta di Harlock, oppure agli Space Wolf, i caccia contenuti all’interno dell’Arcadia. Vista la presenza di alieni, come Mime, possibile che qualche parola di lingue sconosciute risuoni talvolta tra i corridoi della nave, così come i versi degli animali che si trovano a bordo, inintelligibili per gli umani, ma vero e proprio linguaggio per le creature che li emettono. Per quanto lontana nel tempo e nello spazio, quindi, anche sotto questo aspetto l’Arcadia vanta somiglianze con gli antichi velieri dei pirati.

 

Serie Classica episodi 22-24


Col procedere degli episodi, appare sempre più evidente quanto sia impari lo scontro che attende l’Alkadia: una sola astronave contro l’impero di Mazone. La situazione si mostra in tutta la sua drammaticità nell’episodio ventidue, "Il sepolcro delle spazio", nel quale il memorizzatore cronografino lasciato dall’alieno Zoru permette di visualizzare delle immagini della flotta guidata dalla regina Raflesia: un numero incalcolabile di astronavi che procedono inarrestabili verso la Terra. Per quanto impressionato da tale vista, Harlock non intende lasciarsi spaventare, al contrario decide di anticipare il confronto, dirigendosi verso il proprio nemico. Lungo la rotta, però, l’Alkadia incrocia Ombra di Morte, un pianeta antigravitazionale che la attrae inesorabilmente verso la propria orbita e la immobilizza. Osservata la situazione Raflesia intende approfittarne e invia alcune delle proprie navi all’attacco. Ma nel momento stesso in cui i primi raggi stanno per colpirla, l’Alkadia trova l’energia per sfuggire a Ombra di Morte e sconfiggere il nemico.
L’episodio successivo, "Yatta-ran: modellista poeta", punta i riflettori sul comandante in seconda dell’Alkadia, mostrando brevi spezzoni del suo passato e rivelando che conosceva Zero sin da ragazzo. Ma il buffo costruttore di modellini si trova anche al centro di uno scontro con le Mazoniane, durante il quale viene catturato e imprigionato. Le donne che bruciano come la carta intendono carpirgli preziose informazioni sull’Alkadia, e per raggiungere il proprio scopo fanno leva sulla sua passione per il modellismo. Il loro piano fallisce nel momento in cui Harlock riesce a raggiungere la nave in cui si trova il suo sottoposto e, una volta abbordata, a liberarlo.
Infine, in la "Stella cadente", viene nuovamente messo a nudo l’animo feroce delle Mazoniane. Zolba, un prigioniero del pianeta Togata trova rifugio sull’Alkadia assieme alla sua amata, la Manzoniana Rucia. Infuriata a causa di tale gesto, Raflesia appare sotto forma di proiezione olografica sull’Alkadia e intima al fuggiasco di fare ritorno. Di fronte al suo rifiuto, non esita a torturarne e ucciderne la madre, dopodichè dà il via a un vastissimo attacco contro l’Alkadia. Per evitare di causare altri problemi ai propri amici, Zolba prende una decisione sofferta: lascia la nave terrestre che lo ha accolto e si dirige verso un tragico destino.

Moriyasu Taniguchi


Il nutrito staff di animatori della serie Classica di Capitan Harlock include anche Moriyasu Taniguchi, il cui lungo curriculum lo vede attivo in moltissimi anime alternativamente nella veste di animatore, capo animatore, animatore chiave, character designer, art director e digital director. Tra i generi da lui più frequentati vi sono senza ombra di dubbio la fantascienza e il robotica. Di quest’ultimo fanno  parte Gundam Seed (2002) e V Gundam (1993), appartenenti alla lunghissima saga dei mobil suit, giganteschi robot, creata dal regista Toshiyuki Tomino, ma anche il recente Aquarion (2004), appartenente alla schiera di titoli che hanno portato una ventata di novità nel filone. Restando tra gli anime di robot giganti, Taniguchi ricopre il ruolo di direttore dell’animazione in Votoms (1983) e di semplice animatore in Escaflowne (1996), serie cvhe vanta anche spunti fantasy. Passando alla fantascienza, va segnalata la partecipazione alla innovativa serie televisiva Last Exile (2003), dello Studio Gonzo, e alla serie di OAV Moldiver (1993). In qualità di character designer si occupa solo del film, poco noto in Occidente, dal titolo Garage (1989), ambientato nel 2755 e incentrato su esseri dotati di particolari poteri psichici.

 
 

Bere in compagnia


Sull’Arcadia l’alcol non manca. Vini e liquori sono bene accolti, i primi soprattutto da Harlock, che li sorseggia silenziosamente osservando il cosmo, i secondi da Dottor Zero e da altri membri dell’equipaggio, che quando sono in pausa non disdegnano qualche bella sbronza. Per non parlare di Mime, appartenente a un popolo alieno che si nutre solo d’alcol. Anche i pirati del passato erano grandi estimatori di tale genere di bevande. Scrisse un’osservatore dell’epoca che "il liquore è il vero e proprio cemento che tiene insieme il corpo e l’anima del marinaio." Bere era uno dei pochi passatempi durante le lunghe giornate passate in mare, e un modo per socializzare. Tra un brindisi e l’altro, i pirati facevano amicizia, auguravano buona fortuna agli amici e maledicevano i nemici. Bere riduceva lo stress, faceva dimenticare fatica e pericoli, ammorbidiva il carattere, facilitava le relazioni. Inoltre era anche un nutrimento. Talvolta, però, questo passatempo diventava eccessivo, tanto che si verificarono casi di navi pirata catturate perché l’equipaggio era stato sorpreso completamente ubriaco. Talvolta, quindi, i capitani ponevano dei limiti ai loro uomini, oppure li costringevano a diluire l’alcol. Come nel caso del grog, beverone ottenuto allungando il rum con zucchero, acqua e succo di agrumi. Anche per i pirati gli eccessi potevano infatti dimostrarsi molto pericolosi.

Zoru


Zoru è un alieno del pianeta Toboga, caduto sotto il gioco delle Mazoniane. Come tutti i sopravvissuti della sua razza, è divenuto una sorta di vassallo di Mazone, costretto a combattere sotto il comando del suo antico nemico, che continua ad odiare con tutto se stesso. Dalla corporatura robusta e tarchiata, e dal volto pieno di cicatrici, Zoru è un combattente formidabile, scampato a mille battaglie e con uno spiccato senso dell’onore. Attacca Harlock solo perché costretto da Raflesia, ma, nonostante le sue doti di guerriero, esce sconfitto dal confronto. È solo allora che, stanco e afflitto dalla sua condizione di schiavo, decide di ribellarsi a Mazone, seppur consapevole dell’impossibilità di sopravvivere a tale scelta. Zoru ha un figlio, Zolba, dalla struttura fisica molto differente alla sua, ma egualmente insofferente al proprio stato di prigioniero. Dopo la morte del padre, Zolba decide a sua volta di ribellarsi e di scappare a bordo di una piccola astronave in compagnia della moglie Rucia, una Manzoniana. Ma anche lui dovrà ben presto confrontarsi con l’impossibilità di sfuggire all’impero di Raflesia.

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